Sulle note di Quello che le donne non dicono durante il firma copie del suo libro si conclude la premiazione di Fiorella Mannoia per la rassegna “Donne Straordinarie” dell’Associazione Montessori Brescia, giunta all’8^ edizione. Brano intonato anche dalla stessa artista, con una modifica: “non so se diremo ancora un altro sì, forse! Ma vanno bene anche i no.”
Un evento importante, che ha raccolto una numerosa platea di donne, uomini e studenti, per parlare della necessità di una “rivoluzione culturale”. All’Auditorium San Barnaba di Brescia Rosa Giudetti, presidente dell’Associazione Montessori Brescia, in compagnia dell’Assessora alle Pari Opportunità di Brescia Roberta Morelli e a Paola Veneziani, la Vicepresidente dell’Associazione, ha presentato e premiato Fiorella Mannoia, un’artista, ma soprattutto una donna, che fin dall’inizio della sua carriera ha portato avanti instancabilmente l’impegno in aiuto alle donne. Donazioni, eventi e collaborazioni con enti e associazioni in favore dei diritti umani, dei diritti delle donne e in contrasto alla violenza di cui purtroppo sono ancora vittime in numero elevato.
“La nostra associazione organizza da quasi 10 anni questa rassegna, un’idea ispirata a colei che dà il nome all’associazione, che è stata estremamente rivoluzionaria.” inizia così Rosa Giudetti. “Mosse dalla storia di Maria Montessori abbiamo scelto di omaggiare ogni anno la vita di una donna che attraverso il suo lavoro, il suo impegno quotidiano e la sua arte diventa ambasciatrice dei diritti umani. Per ricordare che non dobbiamo mai dare per scontati i diritti che oggi abbiamo, e che non tutte le donne nel mondo hanno ancora raggiunto.”
Continuano Roberta Morelli e Paola Veneziani, presentando Fiorella Mannoia e parlando della necessità di fare ognuno qualcosa per cambiare, anche nel piccolo, il pensiero e la cultura. La vicepresidente dell’Associazione Montessori continua: “Sono onorata di premiare Fiorella Mannoia. Questo riconoscimento per me ha doppio valore: una donna straordinaria, anche nel senso di rivoluzionaria, così come è Fiorella.”
Accolta con una standing ovation e un applauso durato minuti interi, Fiorella Mannoia mantiene l’umiltà e la grazia di una donna realmente straordinaria.
“Io vi ringrazio per le belle parole, ma aiutare il prossimo non è una scelta, è un’attitudine che ho sempre avuto, e che posso mettere a servizio di chi ha bisogno grazie al mio mestiere.” Così inizia il discorso di ringraziamento di Fiorella. “La musica è la forma d’arte che arriva di più, perché arriva nelle nostre case, attraverso ogni canale. I concerti sono momenti di aggregazione, di scambio attivo. Noi artisti abbiamo una responsabilità, attraverso le canzoni si possono veicolare dei pensieri, delle riflessioni, delle emozioni. Io canto quello che sono e sono quello che canto.”
Continua: “Penso che dare un senso al nostro passaggio su questa terra inizi a essere fondamentale, altrimenti mi sembra solamente uno spreco. Tutti nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa. Basta un gesto quotidiano per dare dignità agli altri esseri umani.”
Una vita e una carriera dedite alle lotte per i diritti umani e delle donne, alla ricerca di una rivoluzione culturale, che deve partire da ognuno di noi già in famiglia. Per questo cita il ruolo chiave dei genitori e degli insegnanti, che sono sempre meno riconosciuti dai governi, così come le scuole, che stanno perdendo la loro funzione di crescita anche fuori dal mondo didattico.
“Bisogna ripartire da zero, e bisogna farlo con i bambini, scevri da qualsiasi condizionamento e pregiudizio. E dobbiamo farlo insieme, uomini e donne, perché il femminismo non ha genere, è una necessità affinché le donne e tutti gli esseri umani si riprendano i propri diritti. Dobbiamo farci un’auto-analisi noi adulti, chiederci il perché dei nostri atteggiamenti e dei nostri pensieri. Perché la donna a volte si ritrova in situazioni dalle quali poi non riesce più ad uscire? Perché l’uomo non riesce ad accettare che la donna abbia una propria indipendenza, ad accettare un no?”
Nei centri anti-violenza con cui Fiorella collabora da anni il 60% delle donne che chiede aiuto non ha un lavoro, un sostegno economico e famigliare per poter farcela da sola. “Io metto la mia faccia, ma sono i volontari che lavorano in questi centri i veri eroi. Io attraverso la mia notorietà mi metto a disposizione, come posso servire e aiutare.”
Alla domanda su cosa ne pensa dei giovani di oggi e cosa direbbe loro, Fiorella ribadisce quanto l’esempio sbagliato delle generazioni prima di loro abbiano influito. Le ideologie, il collante del sogno di poter cambiare le cose, sono crollate oggi. Ideologie umane ma anche politiche.
“Non è vero che i giovani non si interessano a nulla, ci sono cose che attirano il loro interesse, come è accaduto per la crisi climatica. Qualcosa di concreto che riguarda il loro futuro: la politica deve trovare argomenti di interesse per i giovani e investire su questi.”
Per l’occasione Fiorella Mannoia ha presentato il suo libro Quello che le donne dicono – La musica è una cosa da ragazze scritto insieme a Roberta Marasco, con le illustrazioni di Eleonora Antonioni. Trenta storie di donne cantanti, del passato e di oggi, che hanno lasciato nel mondo non solo un segno musicale ma anche sociale, umano.
“Sono le ribelli. Le donne che sono vissute prima di noi hanno tracciato una strada su cui oggi camminiamo agevolmente, ma per loro non è stato così. Attraverso la loro storia capiamo da dove veniamo e dove stiamo andando.”
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