Quando finisci dietro le sbarre la domanda che devi porti è una sola: come uscirne? È questo il dilemma che si sono posti Leo e Vincent, i protagonisti del videogioco A Way Out, gioco sviluppato da Hazelight Studios per X-Box One, Playstation 4 e Windows, ambientato agli inizi degli anni ’70.
Il colpo che avevano in mente è fallito e delle manette sono magicamente comparse sui loro polsi. Ma ora, grazie a voi giocatori, i due sfortunati protagonisti dovranno cercare di fuggire dal carcere in cui sono reclusi. Sarete proprio voi a condurli verso la libertà. Non importa se per raggiungerla dovrete strisciare tra le fogne, se sarete costretti a uccidere o semplicemente stordire qualche secondino un po’ troppo zelante, la libertà è l’unico vostro obiettivo.
E il fine, come sappiamo, giustifica sempre i mezzi. Sappiate, però, cari lettori, che ammesso che riusciate a condurre Leo e Vincent all’esterno del carcere, il gioco avrà ancora molto da mostrare. Quella che potrebbe sembrare la fine dell’avventura, infatti, si rivelerà esserne l’inizio vero e proprio. Un inizio fatto di inseguimenti, fughe e combattimenti per le campagne per rimanere liberi. Sarà proprio con l’acquisire tale libertà che il giocatore scoprirà un’altra storia su Leo e Vincent.
Una storia di onore, di giustizia e di vendetta. Una storia che il giocatore sarà chiamato a vivere mentre, tra un proiettile e l’altro, accompagnerà i due protagonisti nella loro avventura… Nonostante la trama non sia delle più originali, chi l’ha giocato vi confermerà che sarà difficile dimenticare una piccola perla del mondo videoludico come A Way Out.
La particolarità di questo gioco è che richiede necessariamente un secondo giocatore per funzionare. Avete capito bene: il videogioco non utilizza i c.d. “BOT” ossia dei personaggi virtuali dotati di intelligenza artificiale che possono fungere da “aiutante” del giocatore. Si può ritenere che le ragioni di fondo alla base di tale scelta
siano da ricercare nella volontà di invogliare il giocatore a condividere quest’esperienza con un amico in carne ed ossa.
Ciò (e chi è solito giocare in compagnia lo sa bene) costituisce un sicuro moltiplicatore del divertimento. Con
un amico accanto potrete scherzare, divertirvi, sgranocchiare o bere qualcosa e studiare le tattiche migliori per proseguire. Il lato negativo (o, se volete, l’“altra faccia della medaglia” ) è rappresentato dal fatto che per giocare a questo videogioco dovrete munirvi di un secondo joystick o, più semplicemente, dovrete chiedere al vostro amico di portarlo da casa. Ovviamente, nel caso si decidesse di giocare sulla medesima console e sul medesimo televisore, lo schermo verrà diviso in due parti in ognuna delle quali è mostrata la visuale del protagonista scelto.
In conclusione, A Way Out rappresenta un esperimento innovativo nel mondo videoludico. Un esperimento, a parere di chi scrive, ben riuscito e in grado di tenere incollati al televisore il giocatore…ehm…pardon: i giocatori!
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